martedì, gennaio 02, 2007
CHITARRE E SEGRETI
Le feste se ne sono andate. Nelle nostre case restano gli avanzi mal conservati di panettone, nastri dorati, cesti infiocchettati e qualche cianfrusaglia in più. C’è chi si lamenta del pranzo coi parenti, chi prende gocce di Malox per sedare lo stomaco e chi invece ha camminato nella nebbia del nord immaginando volti sconosciuti. Io archivio questi giorni col bilancio di sempre: il calore di certi abbracci e una distesa di conchiglie sul davanzale della casa al mare.
Il rientro a Bologna dalla riviera è accompagnato da un freddo danese e una pigrizia brasiliana che mi impedisce di riprendere qualsiasi attività interrotta il giorno della vigilia. Non voglio scrivere e in casa mi sento come una ciambella cotta che continua a rimanere in forno. Affronto la tramontana rimpiangendo il tempo in cui ci si lamentava del mutamento climatico e a metà mattina mi ritrovo in un mercatino a meditare sul senso dell’usato. Sono circondata da anticaglie e vecchiume. Sugli scaffali, teiere panciute e servizi di piatti spaiati, sedie azzoppate, chiavi e frullatori, dischi in vinile e videocassette, cuscini ricamati e lenzuola di tela sono come orfani, animali al canile in attesa di un nuovo padrone. “Qualcosa troverai!” mi assicura una ragazza dal bancone. Gli sguardi pietosi di certi oggetti dimenticati hanno facile presa sulla mia volontà di riciclare. Qualcosa troverò, mi convinco. Sopra un banco in legno si scovano le ultime (si fa per dire!) novità: temperini in metallo a forma di macchina da scrivere, portacandele in rame, vasi dipinti, piatti da appendere e fra le chincaglierie e gli oggetti nuovi-invecchiati vedo il manico di una chitarra. La raggiungo e ne afferro l’estremità rischiando di travolgere bicchierini dorati e piattini da dolce che puzzano ancora di antiche credenze. E’ il manico di una vecchia Ibanez acustica liberato dal resto dello strumento. Mi ricorda quella che mi rubarono davanti a casa. Le sue dimensioni sembrano cambiate. I contorni sciupati. La laccatura opacizzata. Mi emoziono. In terra giacciono scatoloni di libri ammassati. “Sono sistemati in base a qualche criterio?” domando alla ragazza. “No, sono scriteriati!” risponde. Mi inginocchio e comincio a scartabellare gaia. E’ interessante vedere quanti libri finiscono ai mercatini. La settimana scorsa ho trovato perfino “La ragazza di Trieste” di Pasquale Festa Campanile. Piego la testa in un verso e poi nell’altro per riuscire a leggere tutti i titoli. “Io non ho paura”, vedo fra gli altri. Lo sfilo. E’ un romanzo di Niccolò Ammaniti. Copertina chiara, rassicurante come il titolo. Lo sfoglio. Sul frontespizio trovo una dedica: “Mi farà piacere custodire questo segreto con te. N.”
Mentre mi allontano sono un cappellino bianco, una sciarpa e una giacca col pelo che camminano nel freddo del nuovo anno. Rileggo la dedica sulla pagina di quel libro e non capisco perché faccia così ridere una donna che tiene al posto della borsetta il manico rotto di una chitarra!
Etichette: innocenti evasioni
Ti auguro un felice anno nuovo insieme al libro con la dedica!
PS: quando ho letto la tua frase "c'è chi si lamenta del pranzo coi parenti" ho pensato: mamma come lo capisco... eheheh!! A presto!
ti auguro quest'anno di raccogliere un sacco di nuovi oggetti da mettere a stagionare...
Cara Lucia, mi hai fatto venire un'idea.
grazie del bellissimo augurio. Ho già cominciato da una deliziosa scarpetta di vetro che qualcuno ha lasciato sulla scalinata di un palazzo. Hai idea di chi possa essere?
@ virgilio
un'idea? solo una? ;-)
il messaggio arrivo'...ma non sorti' l'effetto sperato.
mi chiedo che fine abbia fatto quel libro...
P.S.: complimenti!
grazie. Fra quegli scaffali ci sono spesso. Chissà, forse un giorno mi darai qualche consiglio per gli acquisti!
;-)
Come sempre il tuo modo di raccontare è ricco di evocazioni, soffice, e lento, come se guidassi per mano... Fantastica l'immagine di chiusura: un batuffolo di neve che cammina con un manico rotto di chitarra e una dedica contraddittoria; come se il segreto lo avessi preso in custodia tu, insieme a ciò che restava di una tua chitarra...
Ora posso leggere gli altri pensieri..ciao ciao!
Come sempre il tuo modo di raccontare è ricco di evocazioni, soffice, e lento, come se guidassi per mano... Fantastica l'immagine di chiusura: un batuffolo di neve che cammina con un manico rotto di chitarra e una dedica contraddittoria; come se il segreto lo avessi preso in custodia tu, insieme a ciò che restava di una tua chitarra...
Ora posso leggere gli altri pensieri..ciao ciao!
Come sempre il tuo modo di raccontare è ricco di evocazioni, soffice, e lento, come se guidassi per mano... Fantastica l'immagine di chiusura: un batuffolo di neve che cammina con un manico rotto di chitarra e una dedica contraddittoria; come se il segreto lo avessi preso in custodia tu, insieme a ciò che restava di una tua chitarra...
Ora posso leggere gli altri pensieri..ciao ciao!
Come sempre il tuo modo di raccontare è ricco di evocazioni, soffice, e lento, come se guidassi per mano... Fantastica l'immagine di chiusura: un batuffolo di neve che cammina con un manico rotto di chitarra e una dedica contraddittoria; come se il segreto lo avessi preso in custodia tu, insieme a ciò che restava di una tua chitarra...
Ora posso leggere gli altri pensieri..ciao ciao!
Come sempre il tuo modo di raccontare è ricco di evocazioni, soffice, e lento, come se guidassi per mano... Fantastica l'immagine di chiusura: un batuffolo di neve che cammina con un manico rotto di chitarra e una dedica contraddittoria; come se il segreto lo avessi preso in custodia tu, insieme a ciò che restava di una tua chitarra...
Ora posso leggere gli altri pensieri..ciao ciao!
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