venerdì, settembre 29, 2006

 

Balocchi, banchi e profumi


Abitare vicino alle scuole mi fa pensare spesso allo scorrere della vita. Stamattina ho visto i bambini uscire rumorosi e dileguarsi nelle varie direzioni. Due si davano occhiatacce. Uno parlava al telefonino. Altri urlavano la loro esuberanza. Erano gli stessi che scorazzavano un anno fa. Ne ricordo uno in particolare che litigava con tutti e andava a rifugiarsi fra le braccia della mamma che l’aspettava dall’altra parte della strada con l’auto in seconda fila e le chiavi in mano. Quest’anno ha i capelli più lunghi, è più alto e ha perso quell’aria da teppistello partenopeo. Ma la madre continua a intasare la strada fermando l’auto in seconda fila.
Della scuola ricordo gli odori. Quello chimico della stampa dei libri nuovi, quello resinoso di legno scheggiato delle matite appuntite, l’odore ingannatore delle gomme alla fragola e quello dolciastro delle penne colorate. Il profumo dei pioppi che ombreggiavano in cortile serviva a mitigare quella puzza fetente che si creava nell’aula dopo la seconda ora di lezione. Per non parlare della zaffata che sprigionavano le scarpe da ginnastica negli spogliatoi della palestra. L’acqua del rubinetto dei bagni sapeva di chiodi di garofano e le bidelle si trascinavano appresso un olezzo di alcool e Vetril che ti permetteva di conoscere in ogni momento la loro esatta collocazione nell’edificio. Nell’armadietto il vinavil imperava su tutte le altre fragranze. Le forbici con le punte arrotondate facevano pensare al sapore “plasticoso” dei giocattoli Mattel e la cattedra appestava l'aria di polvere di gesso. Nei giorni di burrasca entrava prepotente l’olezzo del mare e in quelli che seguivano il tanfo di vongole seccate al sole. La mia cartella rossa sapeva di pane e mortadella e la ricreazione scatenava l’aroma dei mandarini e delle merendine al cioccolato. La mia maestra stendeva sulle mani una crema densa che ricordava le caramelle mou e il suo alito profumava di caffè del distributore automatico. I maglioni di Simona sapevano di camino, quelli di Paola di lacca per capelli. Nadia odorava di latte e a dieci anni portava già il reggiseno. Alcuni maschi sapevano di pineta e altri di terra bagnata. La mia prima passione se ne stava seduto all’ultimo banco, pallido e occhialuto e, lo ricorderò sempre, emanava un delizioso aroma di noci tostate e di grano. Mentre io schiacciavo il naso contro la pelle liscia del mio braccio e lo leccavo per risentire il sapore dell’estate finita.
Ho continuato a guardare quei bambini inebetita, dall'altra parte della strada, e mentre mi chiedevo quali odori avrebbero ricordato di quei giorni, in risposta ho sentito uno di loro lamentare ad alta voce: "Pino, la smetti di scoreggiare?"

Comments:
l'ho letto piu' volte ricordando i miei odori...coccoina, la plastica dei "chiodini", pane e mortadella si! pane e mortadella anche io...e poi la formica verde dei banchi, che sapeva di grafite, e l'odore accogliente della crema da giorno di mia mamma, quando (di rado) veniva a prendermi...e' un racconto bellissimo...complimenti davvero. I maschi che "sapevano di pineta" l'ho trovata un'espressione molto potente...sa di quella sensualita' nascosta di cui tutti eravamo vittime e pochi ricordano.
 
Grazie Henry,
la coccoina la uso ancora e non è rimasta nella mia infazia, mentre la crema da giorno di mia madre e quella di mia nonna le ricordo bene, sapevano una di mughetto e l'altra di panni stesi al sole. ;-)
 
A me è tornato in mente il mio compagno di banco che quando a colazione mangiava la "Fiesta" non aveva nulla da invidiare a Pino!
;)
 
Brava non avrei saputo descrivere meglio l'esperienza della scuola.

Ho visto il tuo blog sul sito di Beppe Grillo e l'ho salvato tra i miei preferiti.
Ciao
 
@Francesco
Pino era in ogni classe. Ne ho incontrati anche all'Università. Certi vizi non si perdono. ;-)

@ Massimo
Grazie per la visita. Ieri sera ho impastato il pane e, a proposito di odori, non ti dico il profumo che si sente in questo momento in tutta la casa. :-)
 
Si è verissimo! L'odore di coccoina piaceva tanto anche a me e me lo spalmavo in continuazione sulle mani. Come mai, cosa c'è dentro?...E' incredibile come i ricordi siano spesso così legati all'olfatto e come a volte un'odore, un profumo, possa portarsi dietro una valanga di ricordi. E che dire di quelli che ti sembra di conoscere ma non riesci a ricordare cosa sia esattamente...ricordi ancestrali?
 
P.S. : spettacolare come possano essere "poetici" certi ragazzini!
 
@ CC
Non conosco la formula chimica della coccoina, ma forse non è qualcosa di legale perchè crea una certa dipendenza, non trovi?
"Quelli che ti sembra di conoscere", come dici tu, forse li hai conosciuti davvero.
 
Che belle cose che scrivi....
Ah,anche io adoro l'odore della coccoina e della scuola ricordo l'odore di sapone che emanavano le suore e l'alito di Suor Maria Ausilia che sapeva di mentine e di incenso da chiesa....e poi l'odore dei pastelli dentro l'astuccio nuovo e quello dei quaderni....
Che bei ricordi!
Tornerò a spulciare per bene questo posticino.
Barbara*
 
Feci i primi anni di elementari in un piccolo paese, non c'erano ancora tante macchine allora. All'ora dell'uscita, mia madre apriva il cancello e il nostro cane Kim faceva i 300 metri che separavano la casa dalla scuola e si metteva ad aspettarmi. Che festa mi faceva quando finalmente mi vedeva uscire. Ecco, la nostra felicita' nel rivederci e' il ricordo piu' bello di quegli anni, grazie per avermi fatto tornare bambino.
 
@ Barbara
La coccoina ha stregato davvero tutti, anzi assuefatto. Mentre l’odore di saponetta delle suore mi ha ricordato la fragranza di violetta che usciva dai cassetti di biancheria di mia nonna.
A presto

@Fabio
Il tuo Kim mi ha ricordato la mia Chelly e quando la cavalcavo per gioco, come fosse un cavallo, mi lasciava addosso un pesante odore di muschio e cantina umida.
;-)
 
Ed è stato persino troppo educato.Mentre la poesia andava dissolvendosi.
I meno giovani aggiungono l'odore inconfondibile del pongo, in seguito chiamato "das" e sono stati risparmiati dagli "aromi" della palestra, perchè un tempo l'edcazione fisica, quando andava bene, si faceva nel cortile della
scuola. E poi oggi credo manchi il suono vero della campanella, quello che si otteneva tirando la cordicella che la legava e non premendo un pulsante a imitazione e memento della medesima.
Frank57
 
Caro Frank57
il trillo della campanella era liberatorio come certe password che ti permettono di navigare libero.
A presto
PS La mia scuola era molto vecchia e la campanella era molto stonata, la ricordo ancora.
 
Scrivi in modo straordinario e mi hai fatto rivivere e risentire i profumi che ormai avevo scordato da tempo.
Ti ho mandato un msg in privato.
Buona serata Massimo
 
Grazie Massimo, certe parole procurano sempre piacere.
buona serata anche a te
 
Essendo questo il 16° commento, molte emozioni sono già state espresse ... Ormai la freschezza di un "BELLO!" sarebbe una ripetizione!
Allora sono d'accordo con i precedenti 15 commenti: rinnovo i complimenti! Anch'io mi sono lasciata trasportare da ciò che il racconto andava evocando in me, e fluidamente mi sono trovata sempre più coinvolta e trasportata...
Scrivi suscitando immagini, suoni ed odori in chi legge...
E proprio leggendoti ho rimembrato un cosa di me dimenticata: pure io leccavo la pelle del mio braccio per sentire e toccare il sapore dell'estate, del sole sulla pelle, del sale sciacquato...

Bellisima la chiusura! Sonora e realistica, da tempi attuali!!

ciao! ;o))
 
qui si sniffa troppa coccoina per i miei gusti.
 
@ virgilio
per una volta potresti lasciarti andare anche tu...
LA coccoina, in fondo, costa poco ed è legale. ;-)
 
La ringrazio per Blog intiresny
 
imparato molto
 
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