giovedì, ottobre 12, 2006

 

Un pugno di note


Per dovere e per diletto vedo due o tre concerti a settimana. La musica si è depositata sulla mia pelle come polvere malefica di uno scoppio atomico che non posso più lavare via. Non c’è candeggio che riesca a ripulirmi di tutte le note che mi sono piovute addosso. Concerti nei club, concerti allo stadio, concerti nelle discoteche, concerti a teatro, concerti privati in ville da sogno e concerti in case antiche del centro. Vedo pianoforti ovunque e ingombranti contrabbassi, sento lo stridio dell’accordatura degli strumenti e inciampo nei cavi elettrici dei mixer. E’ una vita tra le note, penso, appesa al rigo del pentagramma, senza mai essere riuscita a leggere una sola partitura.

Ieri sera a Bologna suonava Fabrizio Bosso.

Mi trovo al club all’orario degli addetti ai lavori e i musicisti stanno cenando. Bevono vino da una bottiglia scura con l’etichetta amaranto. Sono cinque. Allegri. Parlano di magliette e felpe colorate. Lui, il trombettista ospitato anche dal sito della Monette, l’avevo visto solo in foto. “E’ un ragazzo tranquillo, la mattina legge molti giornali” direbbe De Gregori. C’è anche Diego Frabetti. Trombettista anche lui, un caro amico. Dice di essere diventato un “biasanot”. Spara battute come una mitraglietta sempre carica e non posso smettere di ridere. Sono le dieci e mezza. Il quintetto sale sul palco. Il pianista e il batterista si limitano a posizionare le dita. Io sono seduta in prima fila. Vedo la campana della tromba di Bosso e la bocca di un sax che non tarda a far sentire il suo talento. La musica attacca. I due si inseguono in un alternarsi di voci che urlano la loro verità, mentre la ritmica incalza alle loro spalle e sostiene i fraseggi. “Suona con tutta la cattiveria che ha in corpo” dice Frabetti. Per due ore non esisto. Rimango inamidata con il sorriso della meraviglia sul volto e un bicchiere di vino fra le mani che non riesco mai a finire. Sono zittita dalla sana prepotenza del suono e mi godo ogni minuto di quello spettacolo pensando a cosa sono capaci di fare cinque uomini sopra una pedana di quattro metri quadri.

La prima volta che vidi dei musicisti su un palco avevo tre anni. Erano gli anni più spensierati del secolo scorso e mia madre mi portava in piazza, la sera, ad ascoltare brani di lirica e vecchie canzoni napoletane. Io, poco più alta dello sgabello del pianista, rimanevo immobile a osservare la voce che prendeva vita nel corpo del tenore e se ne usciva potente e diretta come il sinistro di un peso massimo. Ho imparato in quegli anni che quel cazzotto va preso in piena faccia, senza opporre resistenza. E stamattina, allo specchio, avevo ancora un occhio nero.


Comments:
Mi fa piacere sapere che ti interessi di musica e in particolare di jazz, quando sono venuto a Bologna non sono mai riuscito a trovare qualcuno che mi indicasse qualche buon locale dove ascoltare jazz. Mi ritrovavo sempre alla Cantina Bentivoglio ( ? ) La prossima volta che verrò mi farò consigliare da te! Non so se durante il ponte dei morti verrò, ma sicuramente qualche scappata per andare a trovare mio figlio la farò!
Un caro saluto Nicola
Il cavaliere errante
 
Ti volevo poi ringraziare della visita e del bel commento che hai lasciato, volevo appuntarmi qualche parola ma tutto quello che hai scritto è da ricordare. Si vede che sei una scrittrice!
A proposito una mia amica mi ha chiesto di regalarle il tuo libro che la interessava. Se non salirò presto a Bologna chiederò a mio figlio di comprarlo!
Un caro saluto
Nicola
 
... e se per caso ti troverai a passare davanti alla libreria che lo ha esposto glielo firmerai pure!
Ciao
 
@Nicola
lascia fra i commenti il giorno e l'ora del tuo/suo passaggio in libreria. Cercherò di esserci.
:-)
 
E' da una vita che sto tentando di lasciarti un commento, ma stordita come sono non capivo come funzionava sta cosa.

Volevo dire, Gran Bel post.
In effetti abbiamo parecchio in comune.
Devo venirti a trovare al locale..

MissLiz
http://missliz.splinder.com
 
@ missLiz
ti aspetto il martedì o il giovedì sera
;-)

@morgan
grazie. Vero e delicato stanno proprio bene insieme.
 
come posso non sentire questo post..per la musica ch come dici tu come polvere copre i rumori esterni per farsi sentire e poi quel biasanot tanto caro a me che tra i tanti nomi si fa chiamare spesso anche Masticanotte.....concordo con Morgan delicata-MENTE vero
 
@ Gio
dopo averti letto mi sento fior di loto e non me ne importa più della chitarra rubata. Grazie. E se un giorno mi ruberanno tastiere e inchiostro, io scriverò con la terra bagnata.
:-)
 
Non userò il nero, ma dal mio cuore
una goccia di sangue firmerà di rosso
quest' acquerello d'amore, perché tu sappia
cosa sei per me. (Antonella Fadda). Buon fine settimana e tanta felicità da pulvigiu.
 
@ pib
la musica è la colonna sonora del silenzio che celebri. Il masticanotte l'ho trovato in qualche blog dove sono transitata, era molto tardi e credo di avere sentito anche la tua voce. E' possibile?
;-)
 
Fabrizio è molto bravo;) il tuo un gran bel post...
 
Bosso è un grande... L'ho sentito purtroppo solo in registrazione, in un bellissimo disco con Luigi Martinale, di cui ho trascritto 3 temi che ora suonamo anche col mio quartetto...

Ottimo post, si vede che nutri una vera passione per la musica, una dote rara di questi tempi, insieme a quella di saper scrivere così bene... Complimenti!
 
Grazie Nino
se viene Bosso dalle tue parti non puoi perderlo. Dopo averlo sentito suonare, avrei potuto prendere in mano la sua tromba e tirare fuori qualche nota anch'io!
;-)
 
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