domenica, settembre 10, 2006

 

BOLOGNA – CERVIA in una dormita


Ieri ho preso un treno. La stazione di Bologna, di sabato, non è molto affollata. Pochi uomini in cravatta, piccole compagnie di adolescenti con gli ormoni impazziti e viaggiatori soli. Sulle scale del sottopassaggio incontro un vecchio compagno universitario che prova a raccontarmi tutta la sua vita in bilico sull’ultimo gradino. “Non siete al bar!”, ci ammonisce un tizio con gli occhiali e la camicia stropicciata. Riesco a svincolarmi e salgo sul treno. Il primo vagone sembra una cella frigorifera, di quelle dove puoi conservare i quarti di bue appesi ai ganci. Siamo di carne, è vero, ma non siamo morti! Cerco il vagone “più temperato” e siedo di fianco al finestrino. Un bambino apre e chiude il coperchio del posacenere in metallo e la madre, al suo fianco, lo guarda senza parlare. Una coppia di indiani si diverte con uno strano orologio. Il tizio che ho di fronte riceve una telefonata e si mette a disquisire ad alta voce sulle scelte lavorative della sorella mentre una donna con i capelli corti e i sandali di cuoio tenta di leggere un romanzo di Iva Zanicchi (ma non era una cantante?). A Castel San Pietro sale una donna con una piccola valigia da passeggio. E’ immersa in una nuvola di profumo dolciastro e porta una camicia di seta lucida millerighe e una collana di perle. Mi lascio ipnotizzare da quel tessuto e chiudo gli occhi. Li riapro dolcemente. Oltre il finestrino riconosco i pini, la piccola piazzetta e la fontanella in pietra. Il treno sta entrando alla stazione di Cervia. Prendo al volo il mio bagaglio e penso che i tedeschi hanno sempre ragione: il teletrasporto è davvero possibile. Penso al capitano Kirk, alla birra romulana e alle orecchie di Spock mentre nessuno sa perché sto ridendo.

Comments:
stavo cercando notizie su William Shatner (richiesto alle selezioni per servire in un bar) e sono finita qui, avrà a che fare con il teletraspoto? non lo so - ma mi è piaciuto ...CIAO.
 
Cara Annalola credo che il teletrasporto sia complice del nostro navigare, altrimenti tutto ciò non avrebbe spiegazione.

Buon viaggio
 
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